Crisi Energetica, Emergenza Clima e Ambiente Costruito
Data:
18 Luglio 2022
Milano 16 luglio 2022: si è svolto il 14 luglio l’importante convegno “Crisi Energetica, Emergenza Clima e Ambiente Costruito” organizzato da Federcostruzioni e ANCE Lombardia con il supporto di UNICREDIT, con la partecipazione dell’Assessore della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo e le conclusioni del Vice Ministro Alessandro Morelli.
Hanno aperto i lavori Tiziano Pavoni, Presidente di ANCE Lombardia e Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni.
“La situazione è seria e grave: nel primo trimestre l’edilizia lombarda ha tenuto, ma abbiamo la sensazione che il secondo trimestre presenti risultati peggiori.” ha sottolineato il Presidente di Ance Lombardia, “e quello che osserviamo intorno a noi non ci porta ottimismo, ci troviamo in una situazione di confusione e spaesamento in cui si producono programmi serrati per il raggiungimento degli obiettivi sul clima ma non si tiene conto delle difficoltà collegate alla pandemia, agli approvvigionamenti, alla disponibilità di manodopera, agli effetti della guerra.”.
E sulla sfida al cambiamento climatico ha aggiunto “la riduzione della produzione di CO2, dei consumi energetici, dei costi più efficienti e più salubri, e una profonda riqualificazione urbana, obiettivi raggiungibili solo se il governo sarà in grado di definire una adeguata politica industriale per il nostro settore”.
Concetti confermati da Paola Marone, che ha ringraziato ANCE Lombardia per aver voluto insieme a Federcostruzioni questo evento nella “regione che spesso anticipa i cambiamenti e le evoluzioni, in cui si fanno le più importanti sperimentazioni che poi nel tempo hanno seguito nel Paese”.
E la presidente di Federcostruzioni ha sottolineato il pericolo a cui andiamo incontro “Le previsioni economiche italiane sono scese al 3,2%, mentre la Commissione Europea ci da al 2,4% e l’OCSE al 2,5%. Tutto questo in un sistema in cui vi è carenza di manodopera, aumento dell’inflazione, incertezza delle agevolazioni fiscali.”. E su questo l’ing. Marone punta il dito “La mancanza di monetizzazione dei crediti portano un enorme problema finanziario alle imprese del settore, che trasferisce incertezza nelle aziende e nelle famiglie.”.
La Presidente di Federcostruzioni riprende anche un recentissimo studio di ANCE sui veri costi dei Bonus: “Il costo effettivo del Superbonus 110% per lo Stato – al netto dei finanziamenti europei del Pnrr (13,9 miliardi) e della crescita prodotta dagli interventi su Iva, Irpef e nuovi contributi (18,2 miliardi) è di soli 6,6 miliardi rispetto ai 38,7 miliardi di detrazioni maturate fino al 30 giugno scorso.”. Dati che evidenziano come la misura dei Bonus, necessaria per una riqualificazione del patrimonio immobiliare del Paese, debba essere mantenuta e stabilizzata. E aggiunge “con la Legge di Bilancio, il Governo ha prorogato il Superbonus fino al 2023 e con decalage sino al 2025, ma si dovranno individuare misure strutturali che consentano di rigenerare il vetusto ed energivoro patrimonio immobiliare italiano”.
Sul tema più specifico dell’emergenza clima la Presidente Marone ha informato che il Consiglio Generale di Federcostruzioni appena concluso, ha deciso di aderire allo studio di Confindustria sulla Mappatura della filiera tecnologica italiana che ha per obiettivo di definire i bisogni delle filiere industriali per la transizione verde per mettere a punto una serie di proposte di politica industriale da portare all’attenzione del Governo.
L’evento è proseguito con alcune Key Lectures sul tema dell’evento.
Massimo Beccarello, che interviene per Confindustria, conferma quanto affermato in apertura “Abbiamo una congiuntura molto critica e al tempo stesso stiamo assumendo degli impegni a livello internazionale che comportano un processo di trasformazione industriale con costi molto sostenuti. Questo richiede la definizione di una politica economica di portata adeguata perché i rischi potrebbero essere molto alti.”.
E riprendendo quanto detto dalla presidente di Federcostruzioni, il prof. Beccarello ha ripreso l’esempio della riqualificazione edilizia: “su cui l’Europa dovrebbe definire delle linee di attività coerenti e stabili tali da consentire una programmazione da parte di tutti i Paesi.”. Perché l’instabilità delle regole, o la rincorsa a emanare regole sempre più severe porta a una mancanza di riferimenti che nessun paese o settore industriale può permettersi: “L’approvazione del FIT FOR 55 ha, di fatto, cestinato tutti i più recenti programmi definiti dai singoli paesi, costringendoli a rivedere tutti i piani”.
La mancanza di stabilizzazione dei provvedimenti e delle strategie può portare a una impossibilità da parte dei Paesi e dell’Europa di poter programmare le azioni necessarie per gestire il cambiamento e compiere le scelte finanziarie industriali corrette. Ed è di fondamentale importanza mappare le filiere, perché dentro i numeri dei contenimento delle emissioni devono essere considerati anche gli elementi delle politiche industriali.
Massimo Beccarello ha affrontato anche il tema dei costi dell’energia, e non solo. “Nel 2021 abbiamo avuto un aumento dei costi dell’energia per il mondo industriale di oltre 20 miliardi, nel 2022 con la guerra rischiamo di raggiungere i 70 miliardi. Oltre 600% solo della componente commodity. Non essendo in grado di pagare il conto, avremo una restrizione della capacità produttiva.”. Ma l’aumento del costo del gas non è stato legato alla modifica dei flussi del gas. Gli strumenti finanziari sono stata una causa primaria di questi aumenti.
E le prospettive – evidenzia Beccarello – non sono buone anche per il 2023 e 2024. E in questi giorni “il più grande operatore elettrico italiano ha comunicato che con le politiche di prezzo in atto non è più in grado di garantire le forniture per il futuro.”
Da Confindustria sono state fatte delle proposte sulla falsa riga di quanto fatto in Francia da inizio anno: destinare parte dell’energia a costo calmierato all’industria, accelerare l’uso di gas dei giacimenti nostrani.
E Massimo Beccarello ha sottolineato “Se queste due misure fossero state attive da gennaio, come avviene in Francia, avremo avuto una calmierazione dei prezzi a livello industriale superiore al 30%.”.
Ci sono però anche delle opportunità da cogliere: “I costi delle rinnovabili sono ormai inferiori a quello delle tradizionali. Occorre quindi favorire un contesto in cui le aziende possano fare investimenti in energie rinnovabili. L’industria lo avrebbe fatto anche senza incentivi, ma non è stata portata avanti alcuna soluzione per consentirlo”.
Beccarello ha lanciato in conclusione del suo intervento l’allarme della tempesta perfetta: “La sostituzione del gas russo se tutto va bene l’avremo alla fine del 2025. Nel 2023, tra gennaio e febbraio, periodo di punta, anche se le temperature saranno miti, mancheranno 70 milioni di mc di gas dei 300 milioni richiesti.”
“Occorre arrivare a una riduzione del fabbisogno energetico dell’ambiente costruito”. Lo ha detto Andrea Ronchi di Unicredit
Nel suo intervento è stato sono stati affrontati alcuni temi riguardanti il contesto energetico europeo con attenzione ai principali aspetti legati alla transizione energetica e ai fondamentali di mercato in grado di impattare sulla dinamica dei prezzi nel breve e nel medio – lungo periodo.
E’ stata poi presentata l’opportunità di mercato offerta dalla curva a termine dei prezzi energetici attraverso l’adozione dello strumento finanziario swap con finalità di mitigare l’impatto nel breve periodo e di stabilizzare l’impatto nel medio-lungo per una parte delle esposizioni, soluzioni rivolte a clienti aventi le caratteristiche di professionalità ai fini Mifid.
“L’antropizzazione del Pianeta viaggia a una velocità così forte che diamo l’impressione che siamo una specie infestante. Non potevamo, come dice il Papa Francesco, illuderci di rimanere sani in un mondo malato.”. Con queste parole Marco Mari, presidente di GBC Italia, ha voluto rimarcare la drammaticità della situazione.
Ed è per questo che “occorre utilizzare tutte le soluzioni possibili per poter cambiare il futuro del pianeta e delle persone. A cominciare dall’edilizia e sul suo impatto sull’ambiente. Per esempio sul consumo di acqua. L’edilizia consuma il 20% dell’acqua disponibile.”
Marco Mari si chiede quali siano le soluzioni da adottare: “demoliamo ricostruendo tutti gli edifici “zero qualcosa” ? perderemmo altri valori fondamentali. Occorre intervenire sugli edifici con azioni che portano a conseguenze misurabili, che agiscono sulle prestazioni dell’edificio” E per farlo il presidente di GBC Italia ricorda che “Esistono oggi degli strumenti di misurazione internazionali di queste prestazioni, i protocolli energetici ambientali. E L’italia non si è limitata a importarli, ha fatto qualcosa di più. Ha creato dei supporti per gli edifici storici, ha introdotto dei concetti collegati alla sicurezza.”
Ennio Rubino Presidente di STRESS, Distretto Alta Tecnologia per le costruzioni sostenibili, è intervenuto sul tema delle possibili soluzioni, quella dell’idrogeno.
“Sia l’ultima posizione assunta da parte dell’associazione di imprese Hydrogen Europe che riconosce l’importanza del ruolo che possono ricoprire le tecnologie dell’idrogeno per favorire la decarbonizzazione dell’ambiente costruito, sia le recenti dichiarazioni del ministro Cingolani che ne evidenzia la rilevanza per l’abbattimento delle emissioni derivanti dall’edilizia residenziale, confermano come le tecnologie dell’idrogeno debbano rappresentare un pezzo del futuro sistema energetico che dovrà condurci verso la neutralità climatica.
Considerato l’attuale sviluppo tecnologico raggiunto in Italia, la filiera delle costruzioni italiana deve accettare la sfida del futuro che vede anche il vettore idrogeno come uno dei fattori abilitanti per la sostenibilità dell’ambiente costruito anche in virtù del previsto trend decrescente dei costi per produrre l’idrogeno green a partire da fonti rinnovabili. ”
Sulla base di queste interessanti Key Lectures Luigi Perissich, segretario generale di Federcostruzioni, ha aperto la tavola rotonda.
Emanuele Ferraloro, presidente di Ance Liguria e vice presidente di Federcostruzioni è stato il primo a intervenire: “La natura sta dando ragione, purtroppo, alle previsioni catastrofiche lanciate già 30 anni fa. L’Unione Europea ha stabilito degli obiettivi importanti ma occorre ora definire gli strumenti. La politica deve fare un salto di qualità per poter essere in grado di fare questi cambiamenti.”. Scelte che devono riguardare la capacità di programmazione e pianificazione “Già il meccanismo delle legge di bilancio annuali è vetusto e non consente una programmazione delle scelte ambientali, anche per le imprese, e le scelte strategiche compiute spesso non sono coerenti con gli obiettivi.”
E Ferraloro riporta alcune esempi sbagliati di politiche ambientali, economiche e industriali fatte di recente, come quella di “far pagare alle aziende il costo della CO2 senza fornire gli strumenti per ridurre questo fabbisogno” oppure la la dinamica con cui si è gestita la questione degli incentivi in Italia “I nostri edifici consumano troppa energia, 10 volte il confronto tra un edificio in classe G e uno in classe A, sono responsabili del 70% dei consumi del 40% dell’energia di cui sono responsabili complessivamente le costruzioni. Ad oggi abbiamo riqualificato l’1,5% degli edifici esistenti: ecco perché serve un programma di incentivazione stabile e strutturato nel tempo.”
Il vice presidente Ferraloro ha concluso “Per affrontare il futuro abbiamo le tecnologie, gli strumenti, le soluzioni a disposizione, manca una normativa e una strategia di politica che ci consenta di utilizzarle.”
Franco Villani, vice presidente di Federcostruzioni per ANIE, conferma quanto detto dal Ferraloro “le aziende che oggi possono fornire gli strumenti digitali e impiantistici per ridurre i consumi energetici dell’edilizia, la produzione dell’energia rinnovabile, migliorare la salubrità degli ambienti sono in mezzo alla tempesta in cui il paese vive. Le aziende sono in grado di fornire le tecnologie per raggiungere questi risultati, ma ancora oggi offerta e domanda non sempre si incontrano.”
Ma Villani lancia un allarme: “L’uso di queste soluzioni cresce ancora troppo lentamente. Cosa serve ? evitare fuochi di paglia. Il fotovoltaico promosso dai primi incentivi fu un disastro, perché durava troppo poco, aziende e professionisti si convertirono in una logica speculativa portando a problemi e danni di cui ancora subiamo le conseguenze. Non abbiamo bisogno di Bonus favolosi che durano pochi mesi, abbiamo bisogno di interventi razionali che durano nel tempo.”
Angelo Luigi Marchetti, presidente di ASSOLEGNO e vicepresidente di Federcostruzioni torna sul problema dei prezzi e aprovvigionamenti: “Il settore industriale delle costruzioni in legno riflette l’andamento generale che contraddistingue il comparto edile nella sua interezza. A tal proposito a fianco di un’attività che vede aumentare il portafoglio ordini delle imprese in relazione al settore privato, si assiste contestualmente ad un rallentamento nelle procedure di accettazione e liquidazione del credito che deriva dai bonus fiscali da parte degli istituti di credito.”
E, tornando su alcuni concetti lanciati anche dal presidente Pavoni, evidenzia come le preoccupazioni, inoltre, si fanno più ancor marcate in ambito pubblico, “dove il mancato aggiornamento dei prezziari regionali o provinciali renderanno le gare (comprese quelle del PNRR) deserte o, qualora vengano aggiudicate, si assisterebbe alla creazione di forti diseconomie da rendere in impraticabile da parte dell’impresa l’eseguire l’opera stessa.”
Marchetti, dopo aver ricordato il valore della Borsa Italiana del Legno ideata da Assolegno di Federlegnoarredo con la collaborazione di Unioncamere, UNCEM e Mipaaf, come strumento a disposizione delle imprese che, in un processo di digitalizzazione, per promuovere la crescita armonica della catena del valore, punta l’indice sull’importanza della prevenzione.
“L’esperienza vissuta con i drammatici eventi sismici ci insegna come la mancanza di interventi preventivi porti poi a costi importantissimi per la società. Ci insegnano il valore della sicurezza e delle prevenzione. Al tempo stesso l’impatto che oggi le costruzioni hanno sull’ambiente ci porta a capire l’importanza del valore del riuso e del riciclo.”.
Ed è per questo che il presidente di Assolegno chiede una nuova impostazione normativa: “Le norme devono consentirci un crescente approccio integrato alle costruzioni in cui sicurezza e sostenibilità sono elementi fondamentali. E occorre favorire gli interventi di demolizione/ricostruzione per poter arrivare a una vera rigenerazione urbana in un contesto in cui la popolazione tende peraltro a diminuire.”
Francesco Fiori di Federchimica riporta l’attenzione sulla necessità di arrivare a pianificazioni supportate da provvedimenti normativi stabili “Le azioni per la salvaguardia del clima sono ovviamente prioritarie, ma quello che preoccupa il mondo della chimica è soprattutto la complessità normativa, anche a livello internazionale, che può rendere difficile la pianificazione strategica delle politiche industriali da portare avanti. La sola Commissione europea ha fatto uscire negli ultimi sei mesi due regolamenti che hanno impatto su queste scelte e ne sta per uscire una nuova.”
Non si tratta di un disimpegno da parte del mondo chimico, perché “malgrado questa complessità il mondo della chimica si sta muovendo, su riduzione emissioni CO2, aumento dell’uso di prodotti di riciclo” ma una richiesta di ridurre la retorica, che spesso sposta l’attenzione su false soluzioni “il PNRR è importante, porta tanti soldi, ma il piano generale nel Paese non può essere oggettivamente collegato solo a una iniziativa temporale e limitata.”.
E sul piano della normativa che riguarda la transizione ecologica, questa deve essere perseguita su piani e soluzioni concrete, con costi distribuiti nel tempo e tra attori “Altrimenti è impossibile conseguire questa transizione è impossibile. E occorre cominciare a fare ordina “in casa nostra” a partire da quello che accadrà nel futuro: che le materie prime sono in mano a Paesi che non hanno sensibilità sui problemi dell’ambiente.”
Giovanni D’Anna, di Confindustria Ceramica e Laterizio, riporta la situazione di estrema crisi che i due settori stanno affrontando “l’industria energetico di laterizio e ceramica è fortemente energivora, e oggi il costo extra dell’energia è non solo altissimo, ma con una evoluzione così isterica che rende impossibile la programmazione. E il costo di 180 euro/mc di oggi in periodo estivo, quando manca il consumo residenziale, preoccupa molto. E preoccupa come oggi i nostri costi produttivi siano decisamente più alti rispetto a tutti gli altri paesi concorrenti.”
Ma le soluzioni oggi proposte dal governo sono insufficienti “i contributi sull’energia oggi riconosciuti sono solo una goccia nel mare, incidono per pochi punti digitali.”
Quali soluzioni ? “Fondamentale tornare allo sfruttamento dei giacimenti nostrani, perché la situazione è drammatica. E non possiamo permetterci di arrivare all’autunno senza prepararci, perché il rischio è quello di ritrovarci a fine anno con aziende chiuse e un problema industriale e sociale.”
A conclusione della tavola rotonda, è intervenuto Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, e lo ha fatto in modo molto diretto: “Le costruzioni sono responsabili del 40% dell’impatto sul clima, quindi la filiera non può non occuparsene. La Politica peraltro non può risolvere il problema da sola. Il problema va affrontato insieme, senza sperare in soluzioni miracolistiche. L’idrogeno, per esempio, servirà quando avremo una produzione tanto in eccesso di fonti rinnovabili da poter essere utilizzata anche per produrre idrogeno.”
Come raggiungere quindi in otto anni una riduzione del 55% delle emissioni di CO2 ? come ridurre del 33% i consumi energetici, che sono stabili da vent’anni, e aumentare la produzione di energia rinnovabile ?
Raffaele Cattaneo, evidenzia che occorrono “azioni straordinarie che vanno ben oltre il superbonus, purtroppo male impostato. E per raggiungere questo 33% occorre un impegno di tutti, perché il secondo obiettivo è più difficile e complesso: difficile pensare di aumentare la quota dell’idrico, e così quello delle biomasse oggi sostenuto dagli incentivi. Lombardia punta sul solare fotovoltaico, ovvero mettere a terra 7 GWh nei prossimi otto anni, vuol dire circa 7000 ettari di impianti fotovoltaici nei prossimi otto anni.”.
E Cattaneo ricorda quanto detto da Massimo Beccarello “Qual è il miglior alleato che abbiamo ? l’aumento del costo dell’energia, che rende più competitivo il costo dell’energia rinnovabile e si apre lo spazio per interventi per i privati.”
E infine l’Assessore chiude riportando l’attenzione al governo “Il governo deve fare le regole che servono. Cosa che oggi non accade. Manca per esempio ancora il decreto per le comunità energetiche.”
Alessandro Morelli, vice ministro, dopo essersi complimentato per la qualità degli interventi, riprende quanto affermato da Fiori, ovvero che “il PNRR non possa essere la panacea di tutti mali, ma occorre fare in modo che non diventi un problema. Non esistono bacchette magiche, ognuno deve assumersi le responsabilità necessarie. Chi governa deve farsi carico delle criticità che sono emerse anche in questo evento. Innanzitutto la pubblicazione dei decreti attuativi. Questo governo ha puntato a ridurre il gap di decreti che erano necessari per la messa a terra delle leggi. C’è un problema di macchina burocratica.”.
E sulla semplificazione burocratica riporta un esempio: “si era deciso di collegare l’aeroporto di Venezia con la città. Purtroppo questa linea toccava alcuni “Casoni” che avendo più di 75 anni non potevano essere toccati. Ha chiesto di avere delle documentazioni fotografiche di questi casoni, verificando che erano ruderi abbandonati. Condividendo queste documentazioni con il Ministero dei Beni Culturali si è arrivati a superare il problema.”.
Cosa quindi si deve fare “La svolta che cambia il modello del paese, se non si risolvono questi lacciuoli burocratici e ideologi, rischia di diventare un fardello non insostenibile. Il percorso della transizione ecologica richiede una forte dieta dimagrante della burocrazia.
Paola Marone ha voluto salutare e ringraziare gli intervenuti ricordando l’importanza della stabilizzazione delle norme, ricordando il caso dei superbonus e di come i tanti cambiamenti e ristrezioni oggi abbiano portato grandi problemi alle aziende: “L’imprenditore per investire ha bisogno di regole certe e stabili.” e ha ricordato la legge sulla rigenerazione urbana, ancora bloccata alle camere, uno strumento che potrebbe portare a un processo virtuoso in cui anche il privato può investire.
Ultimo aggiornamento
21 Settembre 2022, 14:10