Le costruzioni come sistema integrato: intervento del Presidente Paola Marone all’evento ANIE

Data:
8 Novembre 2024

La base di partenza è la considerazione che l’edificio è il “centro” dell’abitare e in quanto tale coinvolge molteplici settori produttivi della filiera (costruttori, impiantisti, progettisti e professionisti, produttori di materiali). Occorre quindi una visione integrata che guardi alle complesse relazioni tecniche, economiche e sociali che riguardano l’”abitare”, che è poi il concetto di “smart city” che mette insieme edifici e infrastrutture in un “unicum” virtuoso.

È su queste premesse che si basa Federcostruzioni che riunisce le categorie produttive più significative del mercato edile e delle infrastrutture e si articola in cinque filiere produttive:

  • Costruzioni edili e infrastrutturali
  • Tecnologie, impianti e macchinari afferenti alle costruzioni edili
  • Materiali per le costruzioni
  • Progettazione
  • Servizi innovativi e tecnologici

Alcuni dati associativi fondamentali riferiti al 2023:

  • 624 miliardi di valore della produzione complessiva (584 miliardi nel 2022)
  • 3,1 milioni di addetti (+ 76.000 rispetto al 2022)
  • 15 tra Federazioni e Associazioni con 40.000 imprese associate

 

Nel 2024 però si attende una riduzione del 4,4% del valore della produzione complessiva.

 

Suddivisione dei comparti della filiera:

  • Edilizia e infrastrutture: 316 mld, 1.531.000 addetti (circa 51% della filiera), (000/addetto)
  • Progettazione e servizi innovativi: 147,6 mld, 914.000 addetti; (831/addetto)
  • Materiali: 115 mld, 498.000 addetti; (000/addetto)
  • Tecnologie, macchinari e impianti per l’edilizia: 46 mld, 157.000 addetti; (000/addetto)

L’investimento di 1 mld nel settore delle costruzioni genera:

  • 2,1 mld di valore nel medio e 3,3 mld nel lungo periodo
  • 000 posti di lavoro aggiuntivi

 

In questa sede vale la pena di un approfondimento sul settore delle tecnologie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE) che segnala nel 2023 una modesta crescita pari allo 0,5%, molto debole se confrontata con i tassi di crescita del 2021 (+19%) e del 2022 (+1,2%). Sebbene i prodotti e sistemi impiantistici digitali siano imprescindibili non solo nel percorso di ammodernamento e riqualificazione cui saranno destinate abitazioni ed edifici nel prossimo futuro, ma anche nel generale percorso di digitalizzazione cui l’intera filiera delle costruzioni è chiamata, permane tuttavia una disattenzione del legislatore al riconoscimento delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche nelle Costruzioni come strumento essenziale e integrato per la transizione energetica, digitale ed ecologica degli edifici.

 

 

La sostenibilità perno dello sviluppo della filiera

  • Secondo la Direttiva “Case Green”, gli Stati membri dell’Unione devono mirare alla neutralità climatica entro il 2050, promuovendo nuova edilizia ad emissioni zero dal 1° gennaio 2030.
  • Ogni Paese deve pianificare la riduzione graduale del consumo energetico degli edifici, focalizzandosi autonomamente su target specifici. Il 55% della riduzione deve derivare dalla ristrutturazione degli edifici meno efficienti. Entro il 2030, il 15% degli edifici non residenziali ed entro il 2033, il 26% degli edifici con bassa efficienza energetica devono essere ristrutturati.
  • In Italia, con circa 12 milioni di edifici residenziali, l’attenzione si concentrerà sui circa 5 milioni di edifici a minore efficienza e che rappresentano, quindi, una priorità.
  • L’attività di costruzione, che incide con oltre il 30% nel complesso delle emissioni, può diventare volano di sostenibilità ambientale in particolare dal punto di vista energetico e di riduzione delle emissioni climalteranti, ma anche di armonizzazione con gli aspetti paesaggistici e culturali che caratterizzano il territorio italiano
  • Considerare che il cardine dell’attività edilizia in questa e nelle future fasi è la rigenerazione e riqualificazione urbana per dare corpo al processo ineludibile di miglioramento e adeguamento qualitativo e strutturale del patrimonio edilizio (il 55% degli edifici italiani risale agli anni ‘60/70 e il 19% è antecedente al 1919, Dati ENEA)
  • Considerare che intervenire sull’ambiente costruito, rigenerare e riqualificare, significa anche intervenire sugli aspetti sociali e di coesione della comunità urbana
  • Tenere conto dell’impatto che la direttiva EPBD “case green” avrà inevitabilmente sul patrimonio immobiliare e sulla sua commerciabilità (il 51% degli APE sono in classe G-F, Dati SIAPE-ENEA)
  • Ambiente costruito, nelle sue componenti residenziali e produttive, e sostenibilità ambientale: un binomio che deve costituire la base per lo sviluppo economico e sociale del Paese; il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’attività edilizia che sono alla base del rapporto costruzioni/ambiente non deve perciò essere visto come vessatorio e per questo è necessaria una corretta e chiara gradualità nell’applicazione delle misure finalizzate al raggiungimento di tali obiettivi, mettendo in campo a livello locale, nazionale ed europeo tutti gli strumenti tecnici, normativi, amministrativi e finanziari utili.
  • È necessario, dunque, un progetto industriale di incentivi stabile e di lunga durata senza cambi di regole, che riordini l’attuale sistema di bonus (sia edilizi che orientati all’efficientamento energetico degli involucri e degli impianti) e che riattivi il meccanismo della cessione del credito, unico strumento utile per gli incapienti, al fine di raggiungere gli obiettivi della Direttiva Europea EPBD.
  • Un sistema di finanziamenti accessibili alle famiglie va attuato per stimolare la domanda anche per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare dal rischio sismico ed idrogeologico oltre all’efficientamento energetico mediante incentivi commisurati alla domanda.

Ultimo aggiornamento

11 Novembre 2024, 14:09