FEDERCOSTRUZIONI: affrontare il caro prezzi di prodotti ed energia
Data:
1 Aprile 2022
Roma 1 aprile 2022: La guerra in atto in Ucraina ha acutizzato alcune problematiche che già stavano colpendo il settore delle costruzioni – il difficile reperimento di alcuni materiali, il forte aumento dei prezzi dei prodotti e servizi – portando una grande tensione anche sui costi dell’energia.
Si tratta di una situazione esplosiva, in un momento molto delicato in cui grazie anche alle politiche sull’incentivazione da parte del governo si era finalmente riavviato il mercato delle Costruzioni.
Federcostruzioni si è attivata da tempo con le Federazioni associate per poter intervenire su queste problematiche, interfacciandosi con le istituzioni e creando al suo interno una cabina di coordinamento e alcuni gruppi di lavoro.
La Presidente Paola Marone, si è più volte già espressa sull’argomento: “Il caro prezzi dei materiali da costruzione e la scarsa reperibilità sul mercato unitamente al rincaro pazzesco dell’energia e dei trasporti rischiano di fermare le opere previste dal PNRR e in generale di bloccare i cantieri. Mi auguro che le istituzioni prendano atto delle istanze provenienti dalle associazioni di categoria che richiedono di aggiornare urgentemente l’elenco dei materiali di riferimento e di prevedere una metodologia di rilevamento dei costi attraverso un meccanismo simile a quello francese” ha affermato.
All’interno della Federazione è stata creata anche una commissione dedicata proprio al problema dei prezzi, con l’obiettivo di poter non solo dialogare, ma anche portare proposte al governo su questo delicato tema che rischia di rallentare, se non bloccare, molte opere del PNRR.
Abbiamo chiesto al coordinatore della Commissione, l’arch. Braccio Oddi Baglioni, che è anche vice presidente di Federcostruzioni, di approfondire questo tema.
Ecco l’intervista.
Il problema del caro prezzi nelle costruzioni
Il proseguo della pandemia e la drammatica guerra in Ukraina, oltre ai grandi problemi in ambito umano e sociale, hanno creato forti tensioni commerciali in molti settori industriali, anche nel mondo delle costruzioni, in cui si registra un aumento molto elevato dei costi delle materie prime e una difficoltà di reperimento. Peraltro l’aumento dei costi dell’energia sta creando un ulteriore problema e alcune aziende fornitrici stanno chiudendo gli stabilimenti. Il Piano PNRR licenziato meno di un anno fa è già a rischio. Cosa si dovrebbe fare in una situazione così instabile come quella di oggi?
Braccio Oddi Baglioni: La situazione è in effetti delicata per il combinato disposto di un aumento della domanda di ingegneria e di costruzioni e di un aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti semilavorati che ha creato un imbuto fra domanda e offerta.
In tutto questo si inserisce l’opportunità di utilizzare i fondi del PNRR, che meriterebbero un canale privilegiato e che invece, proprio per quanto accennato non riescono a partire speditamente.
Tra i vari problemi in questo momento quello da affrontare più urgentemente è quello del costo dell’energia che, viste le tensioni internazionali non è destinato a stabilizzarsi nel breve periodo
Spingere sulla digitalizzazione
La digitalizzazione oggi porta dei grandi vantaggi nella progettazione. Un progetto elaborato con metodologie e strumenti BIM consente di poter arrivare a «gemelli digitali» dove la gestione dei costi realizzativi non solo può essere prevista in modo più preciso ma anche aggiornata con l’evoluzione dei prezzi del mercato, consentendo quindi al committente e all’appaltatore di poter proiettare quasi in tempo reale la «realizzabilità» dell’opera. Sarebbe opportuno quindi stimolare una più veloce applicazione di questi strumenti e metodi? le società di ingegneria italiane sono pronte per questa sfida ? E le stazioni appaltanti?
Braccio Oddi Baglioni: L’introduzione della metodologia BIM nella progettazione ha rappresentato una rivoluzione simile solo al passaggio dal tecnigrafo al disegno in autocad. In realtà lo sviluppo è ancora in una sua fase iniziale e probabilmente lo sviluppo della tecnologia ha ancora molti margini di miglioramento.
E’ indubbio che già adesso l’accuratezza delle previsioni progettuali con quanto si troverà in cantiere è enormemente aumentata e la possibilità di rispettare i tempi e i costi dell’opera è finalmente un obbiettivo perseguibile.
Dispiace pertanto che il recente periodo emergenziale abbia indotto il legislatore ad uno slittamento di una road map, che avrebbe portato all’obbligo dell’elaborazione di tutti di edifici pubblici in modalità BIM entro 2023.
Il sistema dell’ingegneria organizzata è già pronto ad accettare la sfida dell’applicazione su vasta scala della metodologia BIM, è necessario che anche i professionisti singoli si attrezzino per utilizzare uno strumento che diventa di giorno in giorno più insostituibile.
Ma per ottimizzare il sistema è necessario utilizzo del BIM 7D che permettere di controllare anche la gestione del modello; questo però è un compito della amministrazioni che all’oggi sono, nella maggioranza dei casi, totalmente incapaci di utilizzare questo strumento innovativo la cui efficacia è direttamente correlata alla possibilità di utilizzarlo dalla progettazione alla costruzione alla gestione perdere questa ultima possibilità è un enorme spreco nel ciclo di gestione globale dell’edificio.
Premiare l’edilizia a basso consumo energetico
Purtroppo questi problemi non riguardano solo il PNRR. Aumento dei costi, difficile reperimento delle materie prime accadono proprio nel momento in cui, grazie alle iniziative dei BONUS e ai fondi speciali del PNRR, l’edilizia italiana aveva cominciato a dare segni di ripresa. Così ci si trova in un contesto in cui spesso a fronte di un aumento della domanda corrisponde una carenza di offerta. Cosa si potrebbe fare per ridurre questo gap? una proroga con tempi lunghi dei bonus potrebbe portare a un mercato meno schizofrenico?
Braccio Oddi Baglioni: Non credo che il sistema dei bonus possa essere un sistema a regime o a proroghe continue, che anzi creano confusione negli operatori. Bisogna trovare un sistema premiante per l’edilizia a basso consumo energetico incentivando finanziariamente, ma anche con premi in cubatura tutte quelle tecnologie che permettano di realizzare edifici autonomi dal punto di vista energetico.
La ripresa dell’edilizia è un dato di fatto con un cambiamento di tendenza rispetto al crollo del 2008 che aveva visto la curva invertire la rotta già dal 2018 poi, i noti eventi pandemici avevano bloccato questa ripresa, tutto lascia prevedere che la ripresa diventi strutturale ma però bisogna evitare riprese drogate che possano portano al sorgere di una crescita non naturale che rischierebbe di finire in una nuova bolla speculativa.
Maggiore autonomia energetica
L’aumento dei costi dell’energia sta creando un ulteriore problema per molte delle industrie che operano nel settore delle costruzioni. La sensazione è che se non si corre ai ripari le nostre eccellenze possano vedere compromessa la loro posizione anche a livello internazionale. Che cosa si dovrebbe fare perché il problema del costo dell’energia non pesi a questi livelli sull’industria italiana, e non solo in tempi di guerra?
Braccio Oddi Baglioni: Si è finalmente posto il problema dell’autonomia nazionale della produzione di energia per troppi anni negato da una parte dalle teorie globalizzanti dall’altra da falsi preconcetti ambientalisti.
E’ necessario far ripartire una politica energetica seria che in Italia manca dai tempi di Enrico Mattei.
Occorre ripercorrere la strada dei rigassificatori, dei termovalorizzatori, delle ricerche di gas sul territorio e sul mare italiano; è inoltre necessario incentivare lo sfruttamento dell’eolico, del solare e del fotovoltaico la cui realizzazione oggi è fortemente rallentata da pratiche burocratiche e da veti incrociati.
Pur non illudendoci di poter diventare autonomi come bisogno di energia dobbiamo aumentare la produzione nazionale da una parte, e dall’altra diversificare le fonti di importazione cosicché l’eventuale crisi di una fonte non metta in crisi il sistema industriale italiano; a questo proposito bisogna riconsiderare per esempio i nostri rapporti con l’Iran un tempo fornitore privilegiato dell’Italia
Più investimenti in rinnovabili
Rimaniamo nell’ambito dei temi dell’energia, in un ambito sempre più importante per il nostro pianeta che è quello della lotta al cambiamento climatico. Oggi le quote di CO» conferite alle nostre aziende energivore sono spesso insufficienti e questo comporta una spesa in acquisto di quote e a ulteriori costi. In ambito europeo si sta pensando di tassare i prodotti che arrivano da Paesi che non riconoscono gli accordi di Parigi. E’ una soluzione sufficiente? o si dovrebbe invece dare più sostegni all’industria europea?
Braccio Oddi Baglioni: Sostanzialmente riprendendo il discorso precedente è necessario che un eventuale comportamento virtuoso dell’Italia non si riveli un danno per la concorrenza scorretta di nazioni che non rispettano gli obbiettivi climatici che l’intero mondo occidentale si è dato.
In questo senso, pur essendo per principio contrario a qualsiasi ipotesi di barriere doganali, non c’è dubbio che è necessario scoraggiare importazioni che sfruttando la non rispondenza alle buone norme producano prodotti a prezzi inferiori a quelli prodotti con il rispetto delle stesse.
Dall’altra parte come accennato molto si può fare con le forme di energia alternative per rifornire le nostre industrie.
Ultimo aggiornamento
8 Aprile 2022, 17:32