Normativa BIM: l’intervento del Presidente di Federcostruzioni

Data:
16 Maggio 2024

Saluto introduttivo Presidente Federcostruzioni

Il 1° gennaio 2025 come da direttive scatterà l’obbligatorietà del BIM per tutte le Opere pubbliche sopra il milione di euro. Oggi l’utilizzo del BIM sempre più spesso è incluso fra i parametri premianti di aggiudicazione delle gare.

Siamo pronti noi operatori ad affrontare questa sfida?

Stazioni appaltanti, progettisti, costruttori, in una parola la filiera delle costruzioni, sono pronti?

Ecco che la nuova norma Uni 11337 parte 0, di cui discutiamo oggi si presenta come supporto indispensabile per comprendere, affrontare e gestire il nostro futuro…

Il BIM oggi è già richiesto anche in molti progetti di sviluppi privati e immobiliari, dunque la pubblica amministrazione, le imprese e i progettisti devono strutturarsi. Non solo perché il Bim sarà obbligatorio per gli appalti pubblici ma per l’evidenza dei benefici che un processo sempre più digitale e ottimizzato porta alla realizzazione di un’opera.

La parte 0 della norma UNI 11337 è dunque un documento importante per chi si occupa di digitalizzazione nelle costruzioni e Building Information Modeling (BIM). Questa guida è stata elaborata dalla commissione tecnica UNI/CT 033/SC 05 al fine di supportare tutti gli attori coinvolti nel processo edilizio, dal committente al gestore dell’opera, nella gestione digitale delle costruzioni.

Inoltre, dopo l’entrata in vigore del Nuovo Codice lo scorso 1° luglio 2023 e la piena efficacia delle norme sulla digitalizzazione a partire dal 1° gennaio 2024, l’iter di riforma degli appalti pubblici è quasi interamente completato. Avviata la sperimentazione sul campo del nuovo assetto regolatorio, si impone un momento di verifica sulle problematiche, i vantaggi e le criticità che questi primi mesi di utilizzo hanno dato modo di registrare.

Sono temi che, come detto, rappresentano tutta la filiera ed è forse utile ricordare di cosa stiamo parlando.

Il comparto della filiera rappresentato da Federcostruzioni ha raggiunto un valore della produzione pari a circa 600 miliardi, con un’occupazione di 3 milioni di persone. Oggi tensioni geopolitiche, concorrenza sleale dei paesi extraeuropei, costi energetici da contenere, obiettivi europei da raggiungere per case green evidenziano l’esigenza di un progetto e una politica industriale per il comparto stabile e di lunga durata.

Il settore si trova ad affrontare problemi che ne frenano la qualificazione e lo sviluppo: scarsità di manodopera, difficoltà nel reperire personale qualificato, complessità sempre maggiori da affrontare nelle realizzazioni, produttività da ottimizzare.

E’ un settore che per decenni è stato “immobile” ma negli ultimi anni sta vivendo una nuova fase, che ha portato a innovazioni di processo e tecnologiche.

Sono queste innovazioni, tra cui la digitalizzazione fa sicuramente la parte del leone, che stanno spingendo il processo di qualificazione di aziende e stazioni appaltanti. I dati ANAC, per esempio, ci fanno vedere una significativa contrazione delle stazioni appaltanti di lavori cui è richiesta una preparazione tecnica e organizzativa sempre più complessa: dalle circa 35.000 di pochissimi anni fa alle 3694 attuali iscritte all’AUSA (Anagrafe Unica Stazioni Appaltanti), con 8492 pubbliche amministrazioni che si appoggiano a quelle qualificate per l’esecuzione delle gare di lavori.

Alla luce dei dati Ocse la crescita della produttività del lavoro nel comparto edilizio non corrisponde a quella raggiunta nell’economia in generale. L’utilizzo del Bim e più in generale di strumenti digitali può quindi essere di supporto a migliorare le prestazioni attraverso una gestione organizzativa più strutturata sia in termini aziendali che di singolo intervento.

La conseguenza di tutto questo porta a valorizzare le innovazioni tecnologiche e, allo stesso tempo, i processi in chiave digitale. Con il BIM, ma non solo: esistono oggi sul mercato tante soluzioni digitali che aiutano le imprese a far sì che la gestione dei dati venga ottimizzata.

I dati non si riferiscono solo alle opere costruite, ma anche a tutto ciò che riguarda l’azienda.

Citiamo per esempio le diverse certificazioni (sulla qualità, l’ambiente, la sicurezza, la sostenibilità) che richiedono sempre più una correttezza di dati, processi e attestazioni. Per fare un esempio concreto, si pensi anche solo a quanto può essere complesso tenere sotto controllo tutti gli scadenzari aziendali: dei patentini, dei dipendenti, dei macchinari…

Le imprese e tutti gli attori della filiera devono quindi attrezzarsi per lavorare in un ambiente che non è più solo fisico, ma anche digitale.

Una parola va detta sulle competenze. La complessità nel settore rispetto al passato anche recente è molto più elevata e, di conseguenza, sono evolute anche le competenze professionali necessarie, nelle diverse discipline. I professionisti, i progettisti, tutti gli attori della filiera oggi devono interfacciarsi e collaborare tra loro, in ogni fase del progetto e dell’esecuzione.

I dati Accredia ci dicono che dal 2023 al 2024 sono quasi raddoppiate le figure professionali sui temi BIM formate e accreditate, passate da 2791 a 5096, indice di una richiesta di mercato in forte crescita.

Non mancano le criticità.

Nella pubblica amministrazione sicuramente permane un problema di infrastrutture, competenze e organizzazione da aggiornare.

L’altra criticità riguarda la sfera normativa e legale: con un corpo normativo stratificato da decenni, soprattutto legato agli appalti pubblici; è tempo di risolvere le discordanze che si riscontrano tra gli obblighi di legge e gli aspetti pratici della digitalizzazione

Per esempio, la normativa tuttora prevede che tutta una serie di documenti siano cartacei.

In questo senso il cosiddetto “Legal BIM” nel biennio 2024-25 avrà un ruolo determinante, anche per risolvere le questioni relative alla cyber security e alla gestione dei dati.

Il terzo tipo di problemi è legato ai metadati: veniamo da un mondo analogico e ci troviamo a dover associare una enorme quantità di dati a ogni oggetto che si inserisce in un progetto. Questo ha un costo, e sarebbe quindi utile trovare una linea comune per la gestione e la calibrazione dei metadati, definendo dei livelli di dettaglio in ogni progetto, che potrebbero cambiare a seconda dei lavori, cercando per alcune realizzazioni di rendere questo processo più snello.
Inoltre, credo che, nelle richieste della committenza, sarebbe utile che si prendessero in considerazione anche le qualifiche complessive di un’impresa e le sue capacità organizzative, non solo le certificazioni dei singoli professionisti.

In conclusione, la qualificazione e l’integrazione delle imprese e di tutti gli attori della filiera rappresenta un punto cruciale posto anche dalla Commissione Europea per il raggiungimento di un mercato sano ed equilibrato.

Ultimo aggiornamento

22 Maggio 2024, 23:28