Paola Marone: I costi della sostenibilità non possono essere scaricati solo su cittadini e imprese
Data:
6 Dicembre 2022
L’Ing. Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, è intervenuta al convegno “Agenda 2030. Susteinable development goals. L’impegno dell’Ingegneria Italiana” durante la Mostra Convegno «Archeda» che si è tenuta a Napoli il 3 dicembre 2022.
Con il suo intervento, la Presidente ha fatto il punto su quali siano gli impegni e le urgenze da affrontare nell’ambito delle costruzioni per poter contribuire in modo concreto ed efficace nella lotta per il cambiamento climatico.
L’ing. Marone ha infatti ricordato come «L’edilizia sia responsabile in Europa del 36% delle emissioni annuali di anidride carbonica, del 40% del consumo di energia, del 50% delle estrazioni di materie prime, del 21% di consumo di acqua potabile ma che interessi anche 18 milioni di posti di lavoro» ecco perchè, ha sottolineato «la nostra filiera rappresenta un potente motore economico e al tempo stesso anche un settore cruciale per il raggiungimento degli obiettivi individuati dall’Onu, considerato che, a livello mondiale l’edilizia sostenibile prevede di ridurre del 40% le emissioni di carbonio entro il 2030, e del 100% entro il 2050.“
Un obiettivo quindi ineludibile per chi vuole dare un futuro al nostro pianeta, ma che per essere raggiunto deve essere condiviso e sostenuto a livello generale: «La sostenibilità ha un costo iniziale che non può essere sostenuto da cittadini e totalmente dalle imprese: deve essere in parte agevolato con sussidi pubblici e trasformato in un fattore di crescita dalle imprese, che devono essere presenti attivamente al cambiamento, partecipando con investimenti per creare sviluppo e nuova occupazione strutturale sui temi della svolta green.”
E in tale contesto la riqualificazione urbana e immobiliare assume un valore fondamentale. La presidente Marone ha ricordato l’impegno dell’Europa con la strategia Renovation Wave che “darà priorità a tre settori: decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento; lotta alla povertà e all’inefficienza energetiche; ristrutturazione dell’edilizia pubblica (scuole, ospedali e uffici).»
Una strategia che potrebbe avere un forte impatto anche sull’occupazione “Un recente rapporto sulla ripresa sostenibile della IEA ha rilevato che la ristrutturazione edilizia offre la più grande leva occupazionale: 12-18 posti di lavoro locali per ogni milione di investimenti. La Commissione europea ritiene che via sia un potenziale per ben 160.000 nuovi posti di lavoro nel settore delle costruzioni UE entro il 2030.”
Paola Marone ha voluto richiamare gli obiettivi della strategia Renovation Wave per fare capire su quali aspetti concreti punta la Commissione Europea, primo fra tutti rafforzare le norme, gli standard e le informazioni sulle prestazioni energetiche degli edifici, che significa anche introdurre gradualmente standard minimi obbligatori di prestazione energetica per gli edifici esistenti, aggiornando le norme sugli APE. Un processo che deve riguardare la ristrutturazione del settore pubblico.
Ma per sviluppare questo percorso la strategia europea Renovation Wave richiama con un suo documento le soluzioni di bilancio di finanziamento dell’UE disponibili che potrebbero sostenere l’ondata di ristrutturazione in modi diversi, al fine di assicurare l’accesso a finanziamenti mirati, e nuovi incentivi per i finanziamenti privati. E «i risultati che grazie al superbonus e alla cessione del credito che si sono ottenuti in questi ultimi due anni, sia in termine di riqualificazione degli immobili, in particolare i condomini, di incremento della manodopera e di sostegno all’uso di prodotti sostenibili, dimostrano come la transizione necessiti di un sostegno pubblico mirato ed efficace.»
Nel seguito dell’intervento la presidente Paola Marone ha poi presentato le componenti di Federcostruzioni e le attività svolte.
Ultimo aggiornamento
7 Dicembre 2022, 11:50