Piano Casa: le tre priorità per rilanciare il settore delle costruzioni
Data:
18 Febbraio 2025
Federcostruzioni sostiene la necessità di norme più chiare e snelle per rilanciare il settore, accelerare la rigenerazione urbana e favorire l’adozione di nuove tecnologie costruttive. L’intervista a Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni.
Marone: “Edilizia, urbanistica e sicurezza devono essere accorpate in un unico Testo delle Costruzioni”
Quali sono le principali criticità che il settore delle costruzioni ha riscontrato nell’attuale Testo Unico dell’Edilizia?
Attualmente il riferimento normativo in materia edilizia è il dpr 80/2001, noto come Testo Unico per l’Edilizia, integrato recentemente dal cosiddetto “Salva Casa”.
In materia urbanistica le competenze sono invece, come è noto, in mano alle Regioni che in alcuni casi le hanno delegate in tutto o parzialmente ai Comuni, come ad esempio a Roma.
Siamo di fronte dunque a un quadro ampio e variegato, e la prima esigenza è proprio quella di creare un sistema normativo organico e moderno, che includa urbanistica, edilizia e sicurezza, sotto un unico Testo delle Costruzioni. L’obiettivo deve essere quello di disciplinare il settore in maniera chiara, abrogando le leggi obsolete e introducendo regole più adatte e coerenti con le nuove esigenze di cittadini e imprese.
In tal senso è fondamentale lavorare sul miglioramento di definizioni importanti, come quella di “manutenzione straordinaria” e sull’ampliamento dell’edilizia libera. Snellire i procedimenti amministrativi, infatti, significa ampliare le attività che potrebbero rientrare nell’edilizia libera, agevolando così sia i professionisti del settore che i cittadini.
Siamo consapevoli delle difficoltà che l’introduzione del Testo Unico delle Costruzioni comporterà, specialmente per le amministrazioni locali, chiamate a studiare, modificare e applicare le novità introdotte. A tal proposito, si potrebbe ipotizzare un periodo transitorio prima dell’effettiva entrata in vigore delle nuove norme, per tutelare anche le domande già presentate e non ancora esaminate.
Il Tavolo Piano Casa ha individuato 20 temi prioritari: quali ritiene siano i tre più urgenti per rilanciare il settore?
Sicuramente tutti i temi riguardanti la regolarizzazione dei manufatti sono fondamentali, ma bisogna anche guardare in prospettiva. Quindi rispetto alle problematiche relative ai processi di rigenerazione urbana, è indispensabile intervenire per poter effettuare movimenti di destinazione d’uso e per il recupero dei sottotetti. Necessaria anche la ricognizione dei programmi di edilizia residenziale pubblica e di edilizia sociale per poter programmare i giusti fabbisogni.
Come Federcostruzioni intende contribuire alla consultazione del MIT per garantire che le esigenze del settore siano adeguatamente rappresentate?
Siamo sempre disponibili al confronto e pronti a contribuire con la nostra filiera a rappresentare le esigenze di un comparto fondamentale per l’economia e lo sviluppo dei nostri territori, che rappresenta 40mila imprese e dà lavoro a 3milioni di persone. Il nostro obiettivo è senz’altro quello di promuovere una maggiore semplificazione e chiarezza delle regole, a vantaggio degli operatori e dei cittadini.
Crede che la semplificazione normativa possa favorire l’innovazione nel settore edilizio, ad esempio accelerando l’adozione di nuove tecnologie e materiali sostenibili?
Dobbiamo sempre pensare che le costruzioni non sono solo “mattone” e “cemento”, ma che intorno al settore girano parti importanti della nostra economia che insieme costituiscono la filiera di cui Federcostruzioni è l’espressione. Pensiamo agli impianti, ai materiali, alla progettazione. In tutti questi settori è in corso un processo di innovazione che deve essere ancora di più incentivato. La digitalizzazione dei cantieri, degli edifici e delle infrastrutture comporta un efficientamento dei processi e della manutenzione delle opere; le nostre case sono sempre più monitorate e gestite digitalmente; nuovi materiali e macchinari contribuiscono a rendere più efficienti energeticamente e sicuri gli edifici. Governare questi processi deve essere semplice e garantire efficacia e tempi sicuri.
Quali sono i rischi di una semplificazione normativa se non viene strutturata in modo efficace?
La nostra normativa spesso tende a monitorare il minimo dettaglio, ponendo la sua attenzione più sulle “patologie” che influiscono sui processi che sulla “fisiologia” di quel processo.
Processo che deve trovare un riscontro e un accompagnamento a livello normativo: deve essere chiaro, cioè, quello che si può e non si può fare e chi decide e in quali tempi.
La chiarezza comporta di per sé una diminuzione dei rischi che inevitabilmente possono intervenire nei meandri di una norma troppo complicata e nebulosa.
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Ultimo aggiornamento
18 Febbraio 2025, 16:01