Piano Casa proposto dai costruttori, Federcostruzioni: ‘non è più rinviabile’
Data:
31 Gennaio 2025
Le imprese chiedono di sostenere una locazione di tipo industriale, riusare gli edifici pubblici dismessi e varare una normativa urbanistica chiara e certa
Poiché la scarsità di alloggi a prezzi accessibili è un problema condiviso in tutta Europa, nonostante i diversi contesti nazionali, la vera sfida da affrontare oggi è quella di rendere la casa accessibile e le città più adeguate agli stili di vita della società contemporanea.
Così in una nota Federcostruzioni, la Federazione di Confindustria, che rappresenta le categorie produttive più significative del mercato edile e infrastrutturale.
Il Piano Casa auspicato dai presidenti di Confindustria e Ance è il Piano Nazionale Casa presentato a dicembre 2024 dall’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (Ance) per garantire un’offerta abitativa più ampia, fondata su quattro leve: urbanistica, sinergia pubblico-privato, leva finanziaria-fiscale e una nuova governance statale con fondi stabili.
Accesso alla casa: i dati
Federcostruzioni ricorda che nel 2022, il 10,6% della popolazione delle città dell’Ue viveva in una famiglia in cui il costo totale dell’alloggio rappresentava più del 40% del reddito disponibile. La fascia più colpita è quella dei giovani della classe media e bassa che non possono permettersi di acquistare una casa e subiscono affitti molto alti, avendo un accesso limitato o nullo agli alloggi sociali.
Il patrimonio immobiliare residenziale nazionale ammonta a 12,2 milioni di edifici di cui circa 9 milioni rientrano nelle classi più energivore (E, F, G) pari al 73%. Nel confronto con altri paesi europei, abbiamo in Italia nelle classi F e G il 63% del patrimonio, in Germania il 45% è nelle classi F e G, in Spagna il 25% e in Francia il 21%.
Dai dati della Banca d’Italia emerge che il 50% della ricchezza della popolazione italiana è data dalla casa. Il 73,7%, infatti, è proprietario di casa. Il mercato delle locazioni è pari al 26,3%.
Negli ultimi 10 anni – prosegue Federcostruzioni – le case in affitto sono pressoché scomparse in quasi tutte le grandi città italiane. Dopo anni di assenza di politiche capaci di valorizzare la proprietà immobiliare, molti proprietari hanno fatto ricorso agli affitti brevi. Almeno 660.000 appartamenti sono spariti dal mercato delle locazioni tradizionali, al quale si rivolgono per lo più giovani e le fasce meno abbienti. Stiamo trasformando tutti i nostri centri storici in alberghi diffusi, con tutto quello che comporta in termini di perdita di identità. Le città vanno abitate altrimenti diventano non luoghi.
Piano Nazionale Casa, Federcostruzioni chiede di attuarlo
Secondo Federcostruzioni, una prima risposta potrebbe essere data nell’ambito della riforma fiscale, sostenendo un’offerta della locazione di tipo industriale, già molto diffusa all’estero, che incentivi in ingresso operatori professionali che oggi scontrano una tassazione troppo elevata.
E nello stesso tempo dare riavvio alla dismissione degli edifici pubblici non più utilizzati che con adeguate regole sui cambi di destinazione d’uso potrebbero essere facilmente trasformati in case, case-studenti e strutture a servizio delle famiglie. Il tutto mediante ristrutturazione o abbattimento e ricostruzione; d’altronde – afferma – un edificio vuoto è un costo sociale oltre che economico.
Secondo gli imprenditori, vi è urgenza di una normativa statale chiara e certa. La legge urbanistica è ferma al 1942 affiancata da un decreto del 1968 sugli standard. Un vuoto al quale si cerca di porre rimedio con una vasta produzione normativa regionale che si è fatta interprete di nuovi modelli di sviluppo. Un tentativo che si è però scontrato con le regole nazionali: sono negli ultimi tre anni sono state impugnate 22 leggi regionali in materie edilizie, di queste 17 dichiarate incostituzionali.
“Sul fronte Casa è indubbiamente urgente operare per rendere l’offerta della casa accessibile a tutti nel rispetto del principio dell’inclusività dando risposte a tutte le esigenze della società contemporanea” – ha detto la Presidente di Federcostruzioni, Paola Marone.
“Inoltre, è sul tema green che il Paese deve andare verso la rigenerazione urbana per rendere le città più adeguate alle esigenze odierne. È proprio su questo che bisogna lavorare in sinergia con l’Europa per individuare azioni e incentivi fiscali opportuni”.
“Infine, ma non da ultimo, abbiamo oggi più che mai l’esigenza di mettere in atto processi di rigenerazione urbana con consumo di suolo zero in ottica di sostenibilità ambientale e promuovendo la coesione sociale” – ha concluso Marone.
Il Piano Casa del Governo Meloni
Il Governo guidato da Giorgia Meloni e il Ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini stanno da tempo elaborando un Piano Casa “nuovo, ambizioso, rivoluzionario, visionario, ispirato a modelli di cohousing e cohousing intergenerazionale”. A fine 2023 si è tenuta la prima riunione del tavolo durante la quale sono state anticipate le proposte per affrontare l’emergenza abitativa.
Pochi giorni dopo, con la Legge di Bilancio per il 2024, il Governo Meloni ha deciso di investire 100 milioni di euro nei prossimi anni per il recupero del patrimonio immobiliare esistente e la riconversione di edifici pubblici in edilizia residenziale pubblica sociale.
La Legge di Bilancio 2024 ha anche disposto l’emanazione da parte del Ministero delle infrastrutture di linee guida per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica e di edilizia sociale che avrebbero dovuto vedere la luce entro aprile 2024. Ma dopo febbraio 2024, epoca dell’ultima comunicazione del Ministero su questo tema, di Piano Casa non si è più parlato.
Da Piano Casa a Piano Casa Italia
Fino alla Manovra 2025, nella quale è comparso il ‘Piano Casa Italia’, un Piano nazionale per l’edilizia residenziale e sociale pubblica per rispondere al disagio abitativo e soddisfare il diritto alla casa, che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti promette di definire entro giugno 2025.
Il ‘Piano Casa Italia’ definirà le strategie di medio e lungo termine di una complessiva riorganizzazione del sistema casa, in sinergia con gli enti territoriali, per fornire risposte ai nuovi fabbisogni abitativi, integrare i programmi di edilizia residenziale e di edilizia sociale, dare nuovo impulso alle iniziative di settore, individuare modelli innovativi di governance e di finanziamento dei progetti e razionalizzare l’utilizzo dell’offerta abitativa disponibile.
Ultimo aggiornamento
31 Gennaio 2025, 10:56